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La misteriosa pala che Botticelli realizzò nel 1470 ha dato adito a numerose congetture e speculazioni, dal perché si decise di togliere questa commissione al Pollaiolo per darla a Botticelli a chi rappresenta la donna ritratta.

Uffizi Febbraio 2023 foto Eliana Sassano

C’era da immaginarselo che in una scuderia di artisti di razza, che avrebbero fatto la storia dell’Arte di tutti i tempi, ci potesse essere l’imbarazzo della scelta per una commessa prestigiosa come era quella per la Sala delle Udienze del Tribunale della Mercantanzia ma a giochi fatti, quando oramai Piero del Pollaiolo aveva quasi finito le sue Virtù intervenne la richiesta di Soderini di dare a Sandro Botticelli la commessa per due delle pale che dovevano decorare il salone. La ragione ufficiale era che Piero del Pollaiolo avesse mancato i termini per la consegna delle opere allungando i tempi di lavoro, in realtà sembra una scusa visto che nessun artista ha mai rispettato i tempi di una consegna. Soderini risulta essere, per le fonti storiche, il protettore di Alessandro (Sandro) di Mariano di Vanni di Filipepi detto il Botticelli, ma si può presumere che all’epoca le frequentazioni con casa Medici, di cui comunque il Soderini era un sostenitore oltre che strettamente imparentato (sposò la sorella di Lucrezia Tornabuoni madre di Lorenzo), furono decisive perché la commessa fosse affidata al ventisettenne Sandro.

Ma forse c’è di più visto il rapporto stretto con la famiglia Medici.

Quando fu affidato il lavoro a Botticelli, Lorenzo de Medici era sposato da poco meno di un anno in maniera ufficiale; nel Giugno del 1469 infatti la sposa di Lorenzo, Clarice Orsini, era finalmente giunta a Firenze per congiungersi al marito che aveva sposato per procura nel Dicembre del 1468. Questo matrimonio con una “straniera” non era ben visto dalle famiglie fiorentine altolocate, si rimproveravano i genitori di Lorenzo di non aver scelto tra le giovani da marito in Firenze per trovare moglie al giovane rampollo e primo erede di casa Medici. Anche se il matrimonio con la giovane Orsini era stato uno spettacolo che durò giorni per la popolazione fiorentina la ragazza non era ben vista e purtroppo non lo sarebbe stata per tutto il resto della sua vita. L’educazione rigorosa, la scarsa cultura classica facevano di Clarice una giovane chiusa per quella che era la vita sociale dell’epoca a Firenze. E poi era comunque un’aristocratica vecchia maniera, imparentata con la porpora cardinalizia romana e con la rigida militare degli Orsini.

Ma era quello che voleva la famiglia di Lorenzo, imparentarsi con un blasone antico e che aveva porte aperte presso il papato. Perciò questo matrimonio era importante che fosse ben voluto, si doveva lavorare perchè la provenienza della moglie di Lorenzo non fosse mai motivo di scontro politico o sociale; va bene il pettegolezzo, l’amarezza per l’occasione persa di sedere al tavolo con la famiglia più importante di Firenze e d’Italia, ma la scelta di Piero e Lucrezia doveva essere inequivocabilmente anche quella di Lorenzo e forse troppi dubbi sulla volontà quest’ultimo.

Della pala di Sandro Botticelli esiste la teoria che sia in effetti il ritratto di Lucrezia Donati l’amante platonica di Lorenzo, che sia un modo per sottolineare la forza che la donna deve aver avuto per un amore mai consumato o altresì per non aver ceduto al Magnifico. Diciamo che questa ipotesi sia stata scartata da tempo se non altro perché il quadro identifica una giovane e non una donna che all’epoca era già matura contestualmente al finire del 1400.

Ed ecco la mia di teoria: penso che sia il ritratto di Clarice Orsini e penso sia stato commissionato a Botticelli proprio per far entrare la figura della moglie di Lorenzo nella quotidianità fiorentina, lei che era schiva e ancora immatura davanti alla vita di un Lorenzo già pieno di responsabilità, lei che era poco più di una bambina quando fu data in sposa al Medici. La fanciulla ritratta nella pala infatti è sicuramente giovane, più giovane di Lorenzo e di Lucrezia come infatti era Clarice che nel 1470 aveva solo sedici anni, contro i 21 di Lorenzo. E poi corrisponde perfettamente al ritratto che ne fa madonna Lucrezia madre di Lorenzo al marito Piero in una lettera:

Uffizi Febbraio 2023 Foto Eliana Sassano

Il capo non à biondo, perché non se n’à di qua: pendono i suo capegli in rosso, e n’à assai. La faccia del viso pende un po’ tondetta, ma non mi dispiace. La gola è isvelta confacientemente, ma mi pare un po’ sotiletta, o, a dir meglio, gentiletta. Il petto non potemo vedere, perché usano ire tutte turate: ma mostra di buona qualità. Va col capo non ardita come le nostre, ma pare lo porti un po’ innanzi: e questo mi stimo proceda perché si vergogniava; ché in lei non vego segnio alcuno, se non per lo star vergogniosa. La mano à lunga e isvelta.

Del ritratto poi bisogna ammirare i segni che contraddistinguono la provenienza della fanciulla, l’armatura e quella mazza ferrata dei guerrieri, tali erano gli Orsini e il porpora del mantello che gira intorno alla figura femminile protagonista della pala, il rosso cardinalizio appunto.

La mia può essere considerata l’ennesima speculazione che si fa su questo quadro ma in generale su ogni quadro di Sandro Botticelli che sembra sempre raccontare tutto nell’immagine come un fotografo ma in effetti quel che non è palese è tutta un’altra storia.

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